
Qualche settimana fa abbiamo parlato di innovazione con Adeline Compere, giornalista di Basilicata Creativa per la rubrica EDIH Herirtage Smart Lab.
Adeline ci ha chiesto di raccontargli un pò noi.
Ci ha pensato il socio Giuseppe Becci in intervista che riproponiamo anche qui in basso.
Puoi trovare la versione originale qui
Puoi spiegare la proposta di valore di Syskrack in una frase?
Che problemi risolve Syskrack?
Apriamo nuove finestre sul mondo utilizzando le nuove tecnologie, sbloccando nuovi potenziali.
Facilitiamo la nascita di progetti, partiti dal basso, fornendo supporto tecnico e scientifico
Quanto spazio hanno i giovani talenti per costruire una carriera nel settore delle tecnologie emergenti nel sud Italia?
C’è tanto spazio potenziale che tuttavia risulta difficilmente raggiungibile.
E’ molto difficile creare connessioni funzionali a permettere la formazione e lo sviluppo del talento delle giovani menti.
Mancano occasioni per fare rete e realizzare una “contaminazione culturale” virtuosa.
Inoltre, è sentita la carenza di figure che facilitino e rendano sostenibile il processo creativo.
Troppo spesso il valore che generano le università e i centri di alta formazione non si diffonde capillarmente e rimane confinato all’interno dell’area urbana.
Complice di ciò la carenza di infrastrutture e servizi per la mobilità. Per questo motivo molto spesso i talenti restano nascosti all’interno delle loro stanze e vengono valorizzati soltanto quando si trasformano in emigranti.
Diventare “emigrante” ti regala una prospettiva, un punto di vista, un angolo diverso del posto in cui
vivi, della tua cultura e del mondo che ti ha sempre circondato.
Cambiando prospettiva tutto cambia dimensione, ne scopri una “terza”: finalmente apprezzi e valorizzi ciò che trovi .
Questo è un chiaro segno che l’innovazione tecnologica non ha seguito linearmente quella sociale e molto spesso gli innovatori e le innovatrici si ritrovano outsiders in un posto che è
già outsider nello scenario geopolitico, locale e globale.
Che significa?
Che della tecnologia noi abbiamo appreso solo la parte ultima, quella superficiale, per esempio: tutti
usiamo internet ma poche volte lo utilizziamo per creare connessioni di valore,
per formarsi o cercare nuove opportunità ed esperienze.Spesso si ricade nella
semplice sfera dell’intrattenimento.
Crediamo che: “Se l’innovazione tecnologica non è innovazione sociale, è soltanto speculazione sull’ignoranza degli altri.” Per questo motivo molto spesso i talenti restano nascosti all’interno delle loro stanze e vengono valorizzati soltanto quanto si trasformano in emigranti. Questo è un chiaro segno che l’innovazione tecnologica non ha seguito linearmente quella sociale e molto spesso gli innovatori e le innovatrici si ritrovano outsiders in un posto che è già outsider nello scenario geopolitico, locale e globale. Se l’innovazione tecnologica non è innovazione sociale, è soltanto speculazione
sull’ignoranza degli altri.
Cosa manca per sviluppare nuovi progetti nel settore culturale e creativo?
Sulla base della mia esperienza a Torino, credo che il fattore chiave sia la presenza di persone, luoghi, momenti di aggregazione e di scambio, oltre che finanziamenti e mentori.
Luoghi in cui poter raccontare la propria arte: tutti i progetti cominciano quando vengono raccontati.
Valorizzando e prendendoci cura del territorio possiamo diventare attrattori di persone, creando ed organizzando una fruizione del patrimonio, materiale e immateriale, che abbiano un lascito positivo, di lungo periodo, culturale e non solamente turistico.
Occorrono maggiori opportunità di formazione per la progettazione dei bandi per riuscire a sopperire alle difficoltà economiche del territorio.
Quindi, bisognerebbe individuare delle figure, al passo con i tempi, che facciano da guida alle nuove realtà che vogliono nascere.
Per ottenere un risultato occorre che questo processo sia inclusivo, partecipato e condiviso con le persone che abitano il luogo per avviare un processo virtuoso di cambiamento sistemico.
Hai una citazione che ti accompagna, che ti aiuta quando ti confronti con delle difficoltà e che ti ispira?
“Helping humans to carry our world on each of our shoulders” è la citazione che Giuseppe “Peps” Porsia ha scritto tra i suoi appunti prima della prematura scomparsa è che può essere interpretata come un invito a impegnarci per collaborare e condividere il “peso” che grava sulle spalle di ogni persona affinché risulti il più leggero possibile per tutti e tutte.
Per me è uno stimolo che mi aiuta a trovare l’energia per fare anche quando il contesto sembra avverso e mi aiuta a confidare nelle persone.